Da Siracusa la storia di Alex, il papà che ha portato il Villaggio al mare

Da Siracusa la storia di Alex, il papà che ha portato il Villaggio al mare

«Ho portato tutti a vedere i granchi. Li abbiamo messi nel secchiello per guardarli e fargli foto e video e poi li abbiamo liberati. Abbiamo parlato della vita marina, dei pesci, delle alghe. I piccoli ancora non sanno usare la maschera e il “tubo” per vederli sott’acqua ma hanno dimostrato una grande passione per il mare. Alcuni volevano tuffarsi dagli scogli, io, che ero l’unico papà del gruppo li aiutavo. Ovviamente con il consenso delle mamme». Alex, 28 anni, un papà che frequenta il Villaggio per Crescere di Siracusa. 

L’esperienza sua e della sua famiglia è iniziata all’istituto “Chindemi”, la scuola che ospita il Villaggio e frequentata da Dorian, 4 anni, figlio di Alex. «Hanno chiesto di partecipare a me e a mia moglie a un evento che si teneva nelle aule». Era l’anno scorso, poco dopo l’inaugurazione, e da allora il Villaggio per tutti loro è diventato un punto di riferimento. 

«Il mio primo ricordo è una lettura. Poi abbiamo giocato: facevamo i “costruttori di case”, con i vari attrezzi che c’erano nel Villaggio. I bambini si sono divertiti molto».

La condivisione di momenti ludici ed educativi è l’asse portante della vita sociale nei Villaggi, e anche a Siracusa se ne vivono tanti di questi momenti. I protagonisti non possono che essere i bambini e i loro genitori. Mamme e papà. In questo caso papà: «Con un altro papà abbiamo impersonato gli spaventapasseri. Prima abbiamo letto una storia, poi io e l’altro ragazzo abbiamo rappresentato la situazione. Ci siamo messi il cappellino, vestiti male come gli spaventapasseri ma abbiamo imitato anche il canto degli uccellini. E nel frattempo le educatrici avevano dato ai bambini dei fogli con degli spaventapasseri da colorare. A loro è piaciuto molto».

«Sono nate amicizie – conferma Alex – soprattutto tra le mamme. Anche perché io frequento poco. Loro invece si riuniscono per andare al parco, a fare dei pic sic. Si impegnano a trascorrere del tempo tra loro e soprattutto con i bambini. Inoltre si danno consiglio e supporto».

Alex e sua moglie al Villaggio hanno trovato una situazione che conoscevano, perché entrambi passavano già del tempo insieme a Dorian. «Abbiamo sempre giocato assieme, letto le storie. Lui adora giocare con il Lego e in generale le costruzioni. Ha una particolare attitudine con la manualità. È molto portato. Mi aiuta con il bricolage, è attento a ciò che faccio e vuole provarci anche lui». Poi la lettura, specie alla sera. «Gli piacciono anche i libri. Prima di andare a letto leggiamo assieme le storie, lo facevamo anche in passato, ma meno spesso. Ora è lui che ce le chiede».

La condivisione, con i suoi genitori e con i suoi coetanei, ha cambiato positivamente il comportamento del bambino. «Ha sempre giocato con noi ma ora abbiamo notato che gioca volentieri anche con altri bambini. Si adatta anche alle esigenze altrui. Cerca i compagnetti del Villaggio per trascorrere del tempo».

Alex è entusiasta del Villaggio. «È una buona idea perché mette in contatto i figli con i genitori. E questi ultimi seguono i bisogni dei più piccoli, troppo spesso messi in secondo piano dalla vita frenetica e piena di impegni che purtroppo conduciamo. E questa è una cosa buona», sottolinea. Poi riprende. «Condividere del tempo con mio figlio, dedicargli del tempo, era una cosa che già facevo quando non lavoravo, prima di conoscere il Villaggio, ma andare lì con lui quando non lavoro mi ha fatto riflettere: oggi trovo le energie per passare del tempo con lui anche dopo una dura giornata di lavoro».

 

Mario Gottardi