«I miei pomeriggi erano connotati dalla solitudine, soprattutto quelli invernali. A Policoro abito da 20 anni ma in tanti anni non sono mai riuscita ad avere dei rapporti interpersonali forti». Qualcosa poi nella vita di Assunta è cambiato. «La mamma di un bimbo che va all’asilo con mia figlia aveva messo la notizia dell’inaugurazione del Villaggio in uno di quei gruppi diabolici di mamme su WhatsApp. Ero curiosa. Siamo andati a vedere cosa si faceva. Non conoscevo altre realtà simili e non sapevo nemmeno cosa aspettarmi». Assunta quel giorno non poteva immaginare di diventare una presenza costante, attiva, propositiva e coinvolgente del Villaggio per Crescere.
Quarantatré anni, una bambina di cinque, Adriana, vulcanica come lei, arriva a Policoro dalla Puglia. «Pian piano mi sono affezionata al Villaggio e ora non posso farne a meno». E come lei, la sua bambina.
La forza del Villaggio
«L’anno scorso Adriana ha iniziato a dirci “voglio fare danza, la ballerina”. Io sono sempre un po’ contraria a prendere troppi impegni, specie quelli con cadenze rigorose, con giorni e orari fissi. Però essendo un suo desiderio, ci siamo detti: “assecondiamola”».
E così Adriana ha iniziato a frequentare la scuola di danza. Come sempre accade, ha fatto le prime lezioni gratuite ma un giorno, all’improvviso, Assunta ha una sorpresa: «Stavamo per andare a lezione ma Adriana mi ha detto: “mamma, ce ne andiamo al Villaggio?”. Niente, il Villaggio vince su tutto. Perché ad Adriana piace il fatto che andiamo assieme e condividiamo il tempo e le attività assieme. Questo l’ha conquistata. E il Villaggio è l’unica realtà dove si può fare questo».
Se Adriana è stata conquistata altre mamme, invece, si sono trovate spiazzate. «Perché noi genitori siamo abituati a lasciare i bambini ai corsi, in palestra, dagli amici e ad andar via. Capita ancora che qualche mamma chieda “ah ma io non me ne posso andare?” “No! Devi rimanere a giocare col bambino”, dico loro.
Le attività e le proposte
Invece al Villaggio per Crescere le attività sono tutte condivise. Ci sono gli educatori che guidano e consigliano ma tutti possono fare proposte. E Assunta non si è tirata indietro. «Io ho una parte del cervello che va per conto suo con la creatività. Amo il “fatto a mano”. Con Adriana abbiamo proposto al Villaggio alcuni giochi che facevamo a casa, in quei lunghi pomeriggi di solitudine ma anche di condivisione tra me e lei. Ad esempio, le bamboline di lana con i gomitoli: avvolgendo il filo di lana attorno alla mano e poi procedendo a fare la testa, gli occhi. Oppure gli ojos de dios, che sono decorazioni tipiche del Sud America per augurare fortuna a qualcuno o per la nascita di un bambino. Si fanno così – spiega Assunta – si prendono due bacchette e si mettono in croce e si attorciglia il filo».
Questa mamma è un’esplosione di vitalità e non manca mai di coinvolgere gli altri genitori e gli educatori del Villaggio in nuove attività. «Prossimamente vorremmo proporre la tessitura, con del cartoncino o del materiale di recupero: creare l’ordito con lo spago e poi con dei fili di lana la trama. C’è molto colore».
Il valore aggiunto
L’aspetto importante, che fa la differenza, non è tanto il gioco o la creazione ma che «al Villaggio lo facciamo tutti assieme». È la condivisione, che non avviene esclusivamente tra genitore e bambino o solo tra bambini, ma anche tra gli adulti. «Per me ha significato costruire una rete di contatti, di amicizie. Uscire dalla routine, casa-lavoro-casa. Questa cosa è molto bella. È il valore aggiunto del nostro Villaggio. Abbiamo creato un bel gruppetto, è nato spontaneamente tra le mamme più attive, che poi coinvolgono le altre». E non solo quelle che frequentano il centro educativo per le bambine da 0 a 6 anni di via Colombo 6.
Solo per fare un esempio, tra le varie attività proposte c’è stata la lettura condivisa all’aperto, al parco. «Stavamo leggendo, a voce alta. C’erano altri bambini che giocavano. Hanno sentito leggere e si sono incuriositi, si sono avvicinati. È stato un attimo, li abbiamo inclusi immediatamente e abbiamo stretto contatti con i loro genitori».
Sempre al parco, è accaduto un altro episodio che da un lato evidenzia la carenza di centri educativi gratuiti e accessibili a tutti e dall’altro l’estrema necessità di averne. «Abbiamo conosciuto una mamma straniera, che non parlava italiano. Aveva due bambini dell’età di mia figlia. Chiedeva sempre “quanto si paga”. Al Villaggio non si paga, è un dare e un ricevere».
La necessità dei Villaggi
«Noi ci crediamo al Villaggio – racconta Assunta – è una grandissima risorsa che deve essere sfruttata maggiormente a Policoro». Per questo il lavoro da fare per farlo conoscere, per farlo sentire una cosa propria a tutti i cittadini, anche a quelli che non hanno bambini, e alle istituzioni, è ancora tanto. «Ci sono ancora molti genitori distratti che dicono “e ma non posso, come faccio con gli orari”. Io rispondo che se usciamo un’ora prima per accompagnarli in palestra, possiamo fare lo stesso sforzo per andare al Villaggio e passare con loro un’ora di qualità».
Assunta ovviamente non è rimasta con le mani in mano. «Sono stata dal pediatra, dal dentista, per appendere un volantino per il primo anno del Villaggio. I genitori che erano nella sala d’attesa lo conoscevano e mi ha fatto molto piacere».
Una grande opportunità
Assunta è una delle persone che ha colto in pieno lo spirito che ha mosso il Centro per la Salute del Bambino, i suoi 32 partner e l’impresa sociale “Con i Bambini”, che due anni fa si sono attivati per far nascere il progetto Un Villaggio per Crescere. «È casa nostra, possiamo farci quello che vogliamo. Non c’è bisogno di andare perché c’è qualcosa da fare. Inoltre, si stanno creando rapporti tra i bambini: non i soliti amichetti ma “gli amici del Villaggio”. Una comunità più forte».
Il Villaggio, poi, «è una grande opportunità: ci sono genitori che prima di comprare un libro devono far la spesa, compare le scarpe ai loro figli. Per questo avere un centro come il Villaggio, che è un mattone solido per costruire l’aiuto alle famiglie, dove possono leggere un libro, dove possono giocare con i loro bambini, dove hanno delle guide, è una cosa importante. Il Villaggio si merita tutto l’appoggio».