Se ne fregano. Non gli importa se è chiuso: scavalcano, rompono catene e lucchetti, un modo per entrare e distruggere, vandalizzare, lo trovano. Anche se lì dentro c’è la scuola materna, dei giochi per i bambini, beni comuni di cui usufruiscono i loro fratelli, le loro famiglie, i loro amici più piccolo. Loro si divertono così.
Per dei ragazzini turbolenti, un parco chiuso è come avere un barattolo di nutella aperto davanti: hai voglia di dire di non inzupparci il dito dentro. Impossibile. E allora, qual è l’unico modo per far sì che il lucchetto non si scardini, il cancello non si scavalchi, la scuola non si distrugga? Dare loro le chiavi.
A prima vista può sembrare un paradosso ma è questo che ha fatto l’assessore al Verde pubblico del Comune di Siracusa, Carlo Gradenigo: ha fatto una cinquantina di copie delle chiavi del parco Robinson e le ha date ai bambini e ai loro genitori. Con tanto di attestato. Sono loro, ora, i “custodi del parco”. È così che nasce il progetto #prendiamocenecura portato avanti dall’assessore assieme alla rete Città educative e alla collaborazione dei bambini del quartiere Mazzarrona e dei loro genitori, delle maestre dell’istituto Chindemi e delle educatrici e di tutta la comunità che ruota attorno al Villaggio per Crescere di Siracusa.
Il parco, la scuola, il Villaggio
Il parco è stato per anni il polmone verde della Mazzarrona. Incredibilmente curato, era amato da tutti. Poi, però, vandali, degrado e sciatteria hanno progressivamente avuto il sopravvento. A periodi alterni è stato chiuso ma i cittadini, le mamme e soprattutto i bambini non lo hanno mai abbandonato. Al suo interno ci sono un anfiteatro, i giochi e una sezione staccata dell’istituto Chindemi.
«La scuola Chindemi ha tre plessi in tre quartieri ed è frequentato da famiglie appartenenti a differenti classi sociali. Alcuni genitori di altri quartieri hanno paura di venire nel quartiere Mazzarrona ed è per questo che mi sono sempre battuta per organizzare feste in questo parco, in questo quartiere», spiega Concetta Cianci, coordinatrice didattica delle sezioni di materna del Chindemi.
«Abbiamo scelto questa scuola perché crediamo nel lavoro che facciamo e vogliamo dare fiducia ai cittadini della Mazzarrona, perché se guardiamo le persone dall’alto verso il basso abbiamo già perso. Noi siamo con loro, siamo lì per loro», sottolinea.
Così ha pensato di chiedere al Villaggio per Crescere di lasciare la sede di via Basilicata per andare al Robinson. «Perché in questo modo potevamo essere essere un presidio di legalità e di recupero per i bambini», racconta la coordinatrice del progetto Villaggio per crescere di Siracusa”, Loredana Di Cristina. «Ci siamo convinti, l’abbiamo presa come una sfida, con entusiasmo – spiega – e allora siamo andati a vedere».
Tutto è avvenuto poco prima delle misure di contenimento anti Covid di marzo, «dopo pochi giorni dovevamo entrare. Poi con il lockdown è saltato tutto». Appuntamento rimandato all’estate.
«Organizzatevi che tra giugno e luglio partite», era infatti la consegna della direttrice. Però il tempo passava e di trasloco non se ne parlava. «Visto che si sta rimandando, iniziamo le nostre attività proprio dal parco» si sono dette le educatrici del Villaggio. Anzi, dopo la chiusura forzata della primavera, c’era ancora più voglia di rivedersi all’aperto.
A guastare la festa e la voglia di allegria e socialità ci hanno pensato i vandali. Una notte di agosto hanno spezzato le catene, aperto i cancelli e sono entrati. Risultato? Scuola distrutta, arredi urbani distrutti e il materiale custodito all’interno dell’istituto sparpagliato per tutto il parco con le sedie dei bambini lanciate sopra l’albero di gelso.
La rinascita
La notizia ha fatto clamore ed è arrivata all’orecchio del minestro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che ha preso a cuore la vicenda e ha stanziato 30 mila euro per risistemare la scuola, a cui si sono aggiunti altri finanziamenti del Comune per rifare le grate. «La notte stessa che sono state sistemate hanno provato a forzarle, rompendo quella della porta principale e della finestra», racconta l’assessore Gradenigo.
Le famiglie e le educatrici del Villaggio non potevano permettere di lasciare quello che era diventato il “loro” parco in quelle condizioni. «A settembre abbiamo chiesto all’assessore se potevamo ripulire, in attesa che la scuola vandalizzata riaprisse. Gradenigo è venuto a vedere e si è messo le mani nei capelli», racconta Loredana Di Cristina.
Dopo aver tolto le mani dai capelli, l’esponente della giunta comunale si è però messo subito all’opera. Di prima persona. Assieme alle educatrici, alle volontarie e ai volontari del Villaggio, alle maestre della scuola e ad alcune persone di buona volontà ha ripulito tutto e diviso la spazzatura per la differenziata. E proprio in una di quelle giornate di pulizia, mentre faticava, che gli è venuta l’illuminazione.
L’idea
«È stato un pomeriggio, sono rimasto fino a tardi. Mi sono state consegnate le chiavi del parco perché potessi chiudere. In quel momento mi sono sentito addosso tutta la responsabilità. Lì mi è venuta l’idea: “perché non dare le chiavi ai ragazzi?”». Detto, fatto. L’assessore non è uno che perde tempo.
In collaborazione con la rete Città educativa ha realizzato 50 copie delle chiavi, con tanto di portachiavi con la scritta “#prendiamocenecura da dare ai genitori e altrettanti attestati di “Custodi onorari” per i bambini. Ha coinvolto le maestre della scuola Chindemi, le educatrici e le famiglie del Villaggio per Crescere e sabato 14 novembre ha organizzato la cerimonia di consegna, pochi giorni prima della Giornata mondiale per i diritti dell’Infanzia, il 20.
I bambini si sono sentiti immediatamente responsabili del decoro e della sicurezza del parco, calandosi nel loro tuoi di “custodi”. Hanno subito messo in minoranza un bullo che ha cercato di “alzare la voce” e provare a rovinare le suppellettili nuove.
Da fini conoscitori del loro “territorio” hanno rivelato all’assessore che oltre i cancelli principali c’erano anche dei “cancelletti” più piccoli, da dove si poteva entrare liberamente. «Mi sono precipitato a comprare catene e lucchetti, perché se l’indomani i bambini avessero trovato i cancelletti aperti si sarebbero sentiti presi in giro. Per cui abbiamo chiuso tutte le entrate in tempo, prima del loro ritorno», sottolinea Gradenigo.
Oggi, anche se a distanza di pochi giorni, i cancelli sono ancora integri.
Il futuro
«#prendiamocenecura è un’operazione di fiducia. Perché a volte sono i ragazzini stessi che distruggono, magari è un modo per attirare l’attenzione, no?», sottolinea la maestra Concetta Cianci.
«L’importante è seminare assieme ai ragazzi», sottolinea l’assessore, «il Villaggio è in perfetta continuità con quello che abbiamo realizzato, perché coinvolge le famiglie e organizza iniziative con loro. Ritengo che bisogna sforzarsi per inventarsi attività che possano essere sempre più interessanti per i bambini. Da quello che ho visto e toccato con mano, le operatrici del Villaggio sono decisamente operative». E ad essere operativo è anche lui: «Andando via, un giorno, ho visto i “bulletti” che entravano e uscivano dal parco con le motorette da cross. Mi è venuta l’idea che si potrebbe realizzare una pista da minicross». Chissà che…
di Mario Gottardi