Ai Villaggi le famiglie che lo frequentano hanno diverse composizioni, diverse storie, c’è un posto per ognuna di loro nei nostri cerchi occhi negli occhi e orecchie nelle orecchie, perché esiste anche una famiglia metaforica, quella che un po’ si sceglie perché si sente casa. Non più tardi di qualche giorno fa, nelle parole di una mamma che ha condiviso un nostro post, abbiamo scoperto che una di queste case può essere il nostro Villaggio. Diceva: “Io e il mio bimbo siamo felici di far parte di questa grande famiglia”.
Famiglia. Treccani la definisce, in accezione più moderna e in senso ampio, come una “comunità umana” – nonostante tanti di noi forse ci metterebbero dentro tranquillamente anche qualche amico o amica a quattro zampe – “diversamente caratterizzata nelle varie situazioni storiche e geografiche, ma in genere formata da persone legate fra loro da un rapporto di convivenza, di parentela, di affinità, che costituisce l’elemento fondamentale di ogni società, essendo essa finalizzata, nei suoi processi e nelle sue relazioni, alla perpetuazione della specie mediante la riproduzione.”. Una definizione che si muove tra un “varie situazioni storiche e geografiche” e un “in genere formata da”… che definisce insomma, ma invita ad avere un occhio al contesto.
Prosegue poi con il declinarne le forme.
Nucleare, Ristretta, Allargata, Patriarcale, Matriarcale, Monogenitoriale… Vien da cantare “A mille ce n’è nel mio cuore di famiglie da narrar, da narrar!”. E così di fatto è. E noi proviamo tutti giorni a creare lo spazio perché si raccontino.