Il tempo al Villaggio ispira il tempo a casa

Il tempo al Villaggio ispira il tempo a casa

Questo tempo a casa, fatto di nuove routine, dove anche gli spazi sono da riorganizzare e sembrano più stretti addirittura, ha messo a dura prova le famiglie. Mamme e papà si sono ritrovati a dover essere “non solo genitori” ma anche educatori, maestri, compagni di giochi e di scuola,  amici stretti, per stare bene assieme ai figli e sopperire le carenze che la quarantena ha portato con sé.

“Per fortuna abbiamo vissuto il Villaggio a Valmaura” confida Lara, giovane donna di 25 anni che 2 anni fa ha dato alla luce il piccolo Ares. “Ci andavamo tutti i giorni di apertura, anche quando pioveva, nonostante i due bus da prendere. Ares non è mai andato al nido, quindi il centro è stato per lui anche un luogo di amicizie e conoscenze, come lo è stato per me” racconta Lara. “Anche io non conoscevo molte persone a Trieste, ero molto presa dal lavoro, con orari un po’ complessi, quindi non ho avuto molto tempo per le amicizie, senza contare che soffro di epilessia e per me non è molto semplice integrarmi, ma per fortuna al Villaggio non è stato così”.

È questo che più manca a Lara, la condivisione e il sostegno reciproco da mamma e da donna. “Al Villaggio una volta al mese facciamo lo scambio dei vestiti dei bambini, una buona soluzione per svuotare l’armadio e avere dei vestiti nuovi. Era, ed è bello perché ci aiutiamo l’una con l’altra, 

Ad esempio, io ho fatto la pizzaiola, e in questo periodo in cui un po’ tutti ci si è dati a pane e pizza fatti in casa, dò consigli e suggerimenti su come fare gli impasti, il lievito madre e sono felice di condividere anche qualche trucco del mestiere, mi sento utile”.

Perché è questo che succede: le conoscenze, le competenze di una vengono messe a disposizione di tutte, in un circolo virtuoso di rinforzo e scambio.

La tecnologia aiuta gli abitanti del Villaggio ad accorciare le distanze ma non è la stessa cosa che essere lì tutti insieme. “Stiamo facendo le video chiamate, con le educatrici, le altre mamme e i bambini, è un modo per tenersi in contatto e sostenersi, anche se non vediamo l’ora di tornare al Villaggio” dice Lara. “Ares è quello che si diverte di più ma allo stesso tempo ne risente un po’ perché vorrebbe “prendere e abbracciare” gli altri bambini, e invece, trova solo lo schermo!”.

Il tempo al Centro è anche una fonte di ispirazione per trascorrere il tempo a casa. “Abbiamo rifatto qualche attività a casa tutti insieme, come i coriandoli con foglie che abbiamo preparato a carnevale, l’acquario-teatrino per i pesci, e seguiamo anche i consigli che ci danno le educatrici sul gruppo Facebook e sulla chat, questo ci ha aiutati a  scoprire che Ares si diverte tanto in cucina a fare i biscotti e i travasi ad esempio. Sono attività che ci permettono non solo di passare del tempo insieme, in modo sempre diverso, ma anche di scoprirci appunto” conclude Lara.

È proprio questo che rende tutti noi felici e orgogliosi di quello che stiamo facendo e del progetto, che le famiglie portino dei pezzettini di Villaggio a casa, fra le mura e il tempo domestico, fatto sì di minuti e di ore, ma soprattutto di opportunità che rafforzano il legame e sostengono lo sviluppo. Le routine quotidiane sono cambiate, per alcuni si sono addirittura fermate, ma ciò che non si è fermato è il tempo prezioso che piccoli e grandi passano insieme e che dal Villaggio, arriva a Casa.