C’è una storia d’amore al Villaggio per Crescere di Genova. L’educatrice Vanina ha infatti un piccolo spasimante, che quando la vede difficilmente riesce a contenere i suoi sentimenti: Filippo. A rivelare questi sentimenti è sua mamma Alice: «Non c’è niente da fare, quando la vede gli diventano gli occhi a cuore».
E chissà che emozioni, che palpitazioni che avrà provato Filippo quando ha rivisto la sua Vanina a settembre, dopo ben tre mesi dall’ultima volta che l’ha salutata, quando si sono incontrati per fare visita all’Aquario di Genova con gli altri bambini e i loro genitori del Villaggio per Crescere. Sì, perché dopo l’anfiteatro di Begato e Villa Serra, la terza e ultima gita targata Villaggio è stata proprio all’Acquario di Genova.
La proposta
La “chiamata” per l’escursione è arrivata ai primi di settembre. «Ho chiesto subito se ci fosse disponibilità. Filippo — racconta Alice — all’Acquario c’era già stato due volte, ma mai in gruppo. Per questo volevo dare la priorità ad altri bambini, anche se so che lui ama tantissimo quel posto». L’idea di Alice era fare una sorpresa al suo bambino, perché sapeva che gli avrebbe fatto tanto piacere, soprattutto perché nell’ultimo periodo, nonostante la fine dell’estate, è rimasto spesso in casa.
Fortunatamente c’erano ancora dei posti, anche perché gli educatori avevano previsto il grande afflusso e quindi hanno organizzato due date per questa escursione.
La sorpresa
La visita si è svolta nel pomeriggio. Nelle ore precedenti, la giornata di Filippo scorreva come tutte le altre. «Abbiamo pranzato e gli ho detto: “prepariamoci, andiamo a prendere il treno”. Lui, curioso come una scimmietta, mi ha fatto un sacco di domande», racconta Alice.
Una volta arrivati al porto antico, Filippo ha capito e ha esultato: «allora andiamo all’Acquario! Andiamo all’Acquario!». Alice poi ha visto in lontananza Maria Carla, la referente del Villaggio, e Vanina. «Guarda, c’è Vanina!». Filippo si è emozionato ed è andato subito da lei. Era più agitato e felice del solito.
L’ultima volta che si erano visti è stato per la consegna dei pacchi che il Villaggio ha donato a ogni famiglia, a giugno. In quello per Filippo c’erano libri, colori, fogli per disegnare, uno strumento musicale, il didò e altro materiale per giocare e dare sfogo alla creatività quando si sta a casa. «Anche in quell’occasione era contentissimo. Ha voluto portare lui lo scatolone a casa, a piedi. Poi dentro c’era una lettera ed è un gesto che ha fatto molto piacere sia a lui, sia a noi genitori». In quell’occasione con Vanina avevano letto un libro, i “Bestiolini” di Gek Tessaro, «che a Filippo è piaciuto molto».
Da allora Filippo non aveva più visto la sua amata Vanina. Si capisce bene, quindi, tutta l’emozione che ha provato quando l’ha rivista, all’Acquario, per di più in uno dei suoi posti preferiti.
La visita
Filippo non riusciva a contenersi. «Quando entriamo? Quando entriamo?». Poi chiamava Vanina, la tirava per la maglietta, le teneva la mano.
All’ingresso sono subito arrivati nel planisfero in 3D, dove sono mostrati gli oceani e la vita subacquea. Un’installazione interattiva molto apprezzata. Lì Maria Carla e Vanina hanno diviso bambini e genitori in due gruppi, per evitare di farli stare troppo vicini, azione precauzionale per evitare un eventuale contagio da Sars-Cov-2, così come l’uso di mascherine e igienizzante.
Il percorso prosegue con una vasca lunga tutta la parete dove ci sono pesci, molluschi, piante e tutte le specie animali e la flora acquatica che caratterizza la Liguria. Poi la foresta pluviale, con i serpenti e le tartarughe giganti. La vasca grande con le mante. Questi grossi pesci sono così abituati alla presenza dell’uomo che quando vi sono persone a bordo vasca si avvicinano per farsi accarezzare.
«Filippo trova estrema soddisfazione ad andare nell’Acquario, perché appaga tutte le sue curiosità». Che non sono poche. Il figlio di Alice ama tantissimo gli animali e all’Acquario di Genova di animali che piacciono a Filippo ce ne sono davvero tanti: «I pinguini, amati da tutti — racconta sua madre — mio figlio è rimasto affascinato dal granchio gigante e i serpenti. E poi l’ha colpito molto il pesce pagliaccio, perché gli ha ricordato Nemo».
Ma sono due gli animali che più di tutti hanno attirato l’attenzione di Filippo: la patella e il polpo. «Lo hanno proprio colpito», racconta sua mamma, «dalle patelle è rimasto “ossessionato”. Ogni tanto qualcuna la disegna ancora». E poi il polpo, verso cui prova un’ammirazione profonda. «È rimasto attaccato alla vasca a guardarlo, mentre lui con le sue braccia se ne stava dentro un’anfora».
Alice per soddisfare questa sua passione gli ha regalato un pupazzetto a forma di cefalopode, «a me non piace molto, mentre lui ne va pazzo».
Le attività online del Villaggio
L’escursione all’acquario è stata per Filippo il proseguimento di un’attività che nonostante le restrizioni non si è mai fermata. «Seguivamo le videochiamate, dove cercavamo di fare dei giochi come “indovina l’animale”. Poi facevamo il fenicottero: gli racconto che ha le piume rosa, che sta su una gamba, che mangia il gamberetto. Abbiamo partecipato a queste iniziative e poi a una cosa molto carina che è “Mani in pasta”, con cui abbiamo realizzato una ricetta seguendo le indicazioni che ci venivano date», racconta Alice. «Purtroppo abbiamo potuto seguire solo una volta».
Il lockdown
Queste attività hanno alleviato le restrizioni del lockdown. Se in un primo momento Filippo non ha accusato il “colpo” causato dalle chiusure, nel lungo periodo delle conseguenze sul suo umore si sono manifestate.
«All’inizio, a febbraio, quando ha chiuso la scuola gliel’ho detto ma non l’ha presa così male, ha detto “ok va bene”. Poi il primo periodo lo abbiamo vissuto abbastanza bene, perché abbiamo rivalutato tutti i tempi: eravamo tutti e tre assieme, io, mio marito e nostro figlio — racconta Alice — facevamo giochi creativi, con il pongo. Cucinavamo tanto. Abbiamo rallentato e passato molto tempo assieme».
L’aspetto assolutamente negativo è stata la lontananza dagli affetti. «Io ho avuto un periodo abbastanza stressante. Sono originaria di Brescia», sottolinea Alice. «I miei genitori erano chiusi in casa, da soli. Non avevano la possibilità di essere visitati o chiamare un’ambulanza. Ogni giorno ricevevo messaggi di persone che morivano, che venivano ricoverate. Poi ai primi di aprile mia mamma è caduta e si è rotta il femore. Avrebbe potuta non farcela. Ho fatto di tutto per non trasmettergli il nostro stress e la nostra angoscia».
Poi, per fortuna la nonna di Filippo è riuscita a superare anche questo ostacolo. Il peggio per lui è stato a maggio, quando Gianni, suo papà ha dovuto abbandonare lo smartworking per tornare al lavoro. «Filippo si è era abituato alla dimensione domestica, con tutti a casa a fare cose piacevoli. Poi è passato di colpo a non vedere il papà per tutto il giorno, per di più senza scuola materna, che a lui piace proprio tanto». Una condizione che lo ha mandato un po’ in sofferenza.
«Era intrattabile, nervoso. Non sapevo come prenderlo. Poi per fortuna la situazione è migliorata a luglio e agosto». I nonni paterni di Filippo hanno infatti affittato una casa in campagna, in Piemonte, dove il piccolo, assieme a sua mamma ha fatto tante escursioni e passeggiate nei boschi. «Il contatto con la natura lo ha aiutato a stare sereno».
Il distacco
Con l’arrivo dell’autunno, gli incontri del Villaggio sono ripresi, sia in presenza che online. «Io preferisco però la dimensione online anche se Filippo mi chiede sempre di andare».
Il figlio di Alice e Gianni ha cinque anni e mezzo e tra poco non potrà più frequentare il Villaggio per “sopraggiunti limiti d’età”.
«Per lui abbandonare un’abitudine è una cosa particolarmente difficile. Vorrei che il distacco avvenisse in modo graduale», spiega la mamma. Per questo quando passano davanti alla sede del Villaggio e Filippo chiede «Ma c’è Vanina? È aperto?», Alice risponde che i posti sono pochi «ed è giusto lasciare spazio ai bambini più piccoli».
Ma è certo che, anche dopo i sei anni, quando Filippo sarà pronto a fare altre ed entusiasmanti esperienze potrà tornare in ogni momento al suo Villaggio perché ci sarà sempre Vanina, pronta ad abbracciarlo.
Mario Gottardi