Il Villaggio è un luogo di incontro e condivisione di pensieri e modi di essere.

Anche il momento dedicato al gioco è uno spazio importante e variegato. E se dici “gioco” a volte non è facile restituire la molteplicità e diversità di dinamiche che si mostrano in due ore di tempo condiviso con spontaneità e fantasia (due ingredienti speciali da non trascurare mai).

In sole due ore al Villaggio puoi vedere:

un genitore che coinvolge più bambini e bambine per permettere agli altri di finire una chiacchiera;

una mamma che con la mimica si trasforma in un leone e coinvolge poi gli altri genitori in un susseguirsi di animali;

il gioco dell’attesa, dove imparare ad aspettare il proprio turno e rispettare lo spazio e il tempo dell’altro;

il gioco simbolico dove grandi e piccoli possono sperimentare il “far finta di”;

il gioco in solitaria… lì la concentrazione la fa da padrona;

il gioco assieme ad altri bambini e bambine, in cui capita di vedere regole e linguaggi compresi solo dai diretti interessati. Ed è giusto e bellissimo così.

Insomma, si fa presto a dire “gioco”, e il Villaggio è il nostro luogo per osservarlo in queste e altre mille forme. E ogni sua forma ci racconta qualcosa del mondo interiore di chi l’agisce; il momento dedicato al gioco diventa quel Luogo privilegiato dove poter scoprire un dettaglio in più dell’altro e può diventare un modo per abbattere muri – soprattutto di noi adulti – dando spazio alla nostra autenticità.

Il gioco insegna a saper vivere con gli altri rispettando se stessi.

Quindi, buon gioco a tutti!